L'amministrazione presidenziale russa, come riportato da diversi media indipendenti, ha a disposizione diversi strumenti per 'manovrare' i risultati, tra cui i brogli elettorali - in passato ampiamente documentati - e le pressioni esercitate su milioni di dipendenti del settore pubblico, tra scuole, ministeri, ospedali e aziende di Stato per confermare lo status quo. Il dato dell'affluenza è fondamentale per il Cremlino, visto che le presidenziali sono state trasformate di fatto in un referendum sulla guerra.
Il conflitto - presentato ormai come scontro con l'"Occidente collettivo" - e la capacità della Russia di sostenerla e vincerla sono stati al centro della proposta elettorale di Putin che aveva annunciato la sua candidatura proprio rispondendo alla richiesta in questo senso di un ex comandante in Donbass. A rinvigorire le aspettative sulla riuscita del "Mezzogiorno contro Putin", anche solo nelle grandi città, sono stati i migliaia di moscoviti che hanno partecipato ai funerali di Navalny il 1 marzo e che da giorni continuano a portare fiori alla sua tomba al cimitero di Borisovo. Anche se il risultato delle elezioni non è in dubbio, il governo sta conducendo una martellante campagna per rafforzare la legittimità interna e internazionale di Putin.
Il capo del Cremlino è ora in una posizione vantaggiosa: l'economia russa si è dimostrata resiliente nonostante le pesanti sanzioni, è stata per ora evitata una seconda mobilitazione e sul campo la controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati, mentre si fanno più esplicite le fratture nel fronte occidentale rispetto al sostegno militare a Kiev. Putin ha intensificato le sue apparizioni sui media, incontrando studenti, visitando fabbriche e persino volando a bordo di un bombardiere nucleare. Il presidente russo non ha mai preso parte a un dibattito elettorale da quando è salito al potere nel 2000 e di certo non inizierà adesso.
Nel suo discorso sullo stato della nazione del mese scorso, ha fatto una lunga serie di promesse di bilancio, distribuendo miliardi di rubli per modernizzare scuole e infrastrutture, combattere la povertà, proteggere l'ambiente e promuovere la tecnologia. Ha promesso incentivi e sostegno di ogni genere a chi partecipa all'"operazione militare speciale", sia al fronte che nell'industria bellica, e ha lanciato un apposito programma "Tempo degli eroi", per formare i veterani a incarichi dirigenziali nell'amministrazione pubblica, puntando a creare una "nuova e'lite" fatta di "lavoratori e guerrieri che hanno dimostrato la loro devozione alla Russia".
Manifesti patriottici per invitare al voto sono stati affissi in tutto il Paese: il simbolo è quello della "V" che da due anni è anche l'emblema del sostegno all'invasione e lo slogan "Insieme siamo forti. Votiamo per la Russia!". Le autorità organizzeranno anche lotterie e intrattenimenti di diverso genere per incoraggiare gli elettori a uscire e votare, in un Paese dove il disincanto nei confronti della politica, soprattutto tra i giovani, è elevato. Il Cremlino ha, infine, messo in guardia l'Occidente da tentativi di "ingerenza" nel voto, minacciando una "risposta severa".
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