AGI - Ogni giorno, Alexa, l'assistente vocale di Amazon, riceve milioni di domande e di richieste dai clienti in tutto il mondo. Ma anche molti insulti: "Sei un idiota", "Sei bruttissima", "Fai schifo", sono solo alcuni di quelli ricevuti da Alexa nel 2023 in Italia. Alexa è solo un'assistente vocale e di fronte agli insulti, lo stato emotivo virtuale non cambia, ma per milioni di persone, tra queste soprattutto donne, l'abuso verbale è una realtà molto dolorosa. Per questo, a fronte di determinati insulti e offese, Alexa non resterà più in silenzio, ma risponderà a tono, sottolineando come la violenza verbale sia in grado di lasciare un'impronta profonda sulla salute e nella vita sociale di chi ne è oggetto. Si parla di violenza verbale quando gli attacchi rivolti a una persona diventano regolari e sistematici.La violenza verbale può essere agita nella sfera pubblica (in cui è compreso anche lo spazio online) e privata e può includere atteggiamenti umilianti, ridicolizzanti, uso di parolacce, insulti e minacce nei confronti della vittima e dei suoi cari, ma può avere come oggetto anche religione, cultura, lingua, orientamento sessuale (percepito) della vittima.A seconda delle aree emotivamente più sensibili della vittima, l'autore di violenza sceglie consapevolmente quale argomento utilizzare per agire violenza. A partire dall'8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, Alexa collabora con ActionAid per contribuire a sensibilizzare quante più persone possibili sull'impatto della violenza verbale e metterne in luce i rischi, prestando la propria voce per diffondere messaggi educativi. Gli utenti potranno ascoltare informazioni e approfondimenti legati a questo fenomeno, semplicemente pronunciando "Alexa, dì la tua".