L'inflazione è diminuita drasticamente dal suo picco del 9,1% nel giugno 2022. E queste "fluttuazioni" dell'indice Cpi "non tolgono il fatto che i fondamentali rimangono disinflazionistici", ha commentato Greg Daco, capo economista di EY.
Questo rimbalzo dovrebbe però complicare il lavoro della banca centrale americana, la Fed. Nel tentativo di ridurre l'inflazione, aveva alzato i tassi per pesare sulla domanda e, in definitiva, allentare la pressione sui prezzi. Con il forte rallentamento dell'inflazione, la Fed ha iniziato ad allentare la sua politica monetaria, per evitare di rallentare troppo l’attività americana, che rischierebbe di aumentare la disoccupazione. Giovedì ha abbassato i tassi per la seconda volta consecutiva. Questi sono ora compresi tra il 4,50 e il 4,75%, dopo essersi stabilizzati per più di un anno al livello più alto dall'inizio degli anni 2000, rendendo difficile l'accesso al credito per le famiglie americane e per le imprese. La prossima riunione della Fed si terrà il 17 e 18 dicembre e gli operatori di mercato si aspettano un ulteriore taglio di un quarto di punto, secondo lo strumento CME Group.
Il resto dell'economia americana è in buona salute, con una crescita del Pil un po' più debole del previsto nel terzo trimestre, al 2,8% su base annua, ma quasi il doppio di quella della zona euro.E il tasso di disoccupazione rimane basso, al 4,1%, nonostante la creazione di posti di lavoro molto debole in ottobre, a causa di uragani e scioperi.
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