AGI - Gli investitori non danno più così per scontata la vittoria di Trump alla corsa presidenziale degli Stati Uniti e gli effetti sul mercato non si sono fatti attendere. Sul valutario, il dollaro si sta indebolendo mentre sull'obbligazionario sono in rialzo i titoli di Stato. In particolare, il biglietto verde ha perso quota, all'incirca dello 0,6%, segnando il maggior calo giornaliero da settembre. La moneta unica passa ora di mano a quota 1,0906 sulla divisa statunitense. I rendimenti del debito pubblico statunitense, che si muovono inversamente ai prezzi, sono diminuiti. Quello del Treasury a due anni è sceso di 0,05 punti percentuali al 4,16%, mentre per il titolo a 10 anni è calato di 0,08 punti percentuali al 4,29%. L'inversione di tendenza si è registrata dopo la pubblicazione del sondaggio, condotto dal sondaggista apartitico J Ann Selzer, considerato il "gold standard" dei sondaggi di opinione nello Stato, che riduce le possibilità di vittoria per il tycoon. Nei giorni scorsi, invece, i mercati davano quasi per sicura la sua vittoria e queste attese, insieme a dati economici inaspettatamente forti, hanno spinto il dollaro al top dall'aprile 2022. Anche le azioni di Trump Media, che erano balzate dell'11%, hanno ripiegato e perdono circa il 6% nel pre-mercato.Gli investitori ritengono che se Trump vincerà e implementerà tariffe commerciali e tagli alle tasse, le pressioni inflazionistiche aumenteranno, rendendo meno probabile un rapido taglio dei tassi di interesse da parte della Fed che si riunirà proprio mercoledì e giovedì prossimi. Secondo Diego Toffoli, Responsabile Investimenti di Intermonte Advisory & Gestione, "sebbene il voto sia previsto per il 5 novembre, a meno di una vittoria schiacciante di uno dei due candidati, l'esito delle elezioni andrà per le lunghe, parliamo anche di settimane, alimentando la volatilità dei mercati azionari".In linea di massima, a suo giudizio, "chiunque sarà il vincitore, il trend rialzista del mercato non dovrebbe comunque essere compromesso, anche perché i programmi sono molto simili". Ad ogni modo, "in caso di vittoria di Trump, i settori più promettenti dovrebbero essere quelli legati a energia e combustibili fossili, aerospaziale e difesa, immobili, infrastrutture e produzione, tecnologia, finanza e telecomunicazioni. Mentre in caso di vittoria dei democratici, i più promettenti dovrebbero essere i settori legati a energie rinnovabili e clima, assistenza sanitaria e industria farmaceutica, infrastrutture e industria manifatturiera, tecnologia, media e beni di consumo". Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS ritiene che la volatilità dei mercati "sia aumentata recentemente e potrebbe crescere ulteriormente se i risultati elettorali tardassero ad arrivare, ma è probabile che scenda verso fine anno, perché i percorsi politici dovrebbero chiarirsi dopo le elezioni e la riunione della Fed di dicembre quando verranno presentate le nuove proiezioni economiche che indicheranno la velocità della riduzione dei tassi d'interesse. Nel complesso, cerchiamo quindi di guardare oltre le elezioni e rimaniamo ottimisti sul mercato azionario statunitense e sull'azionario globale".
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