Nel 2024 investimenti record nei fondi obbligazionari globali
Quest'anno gli investitori hanno investito oltre 600 miliardi di dollari nei fondi obbligazionari globali, puntando su un passaggio a una politica monetaria più accomodante da parte delle principali banche centrali. Lo quantifica secondo il Financial Times il fornitore di dati EPFR. Si tratta di una cifra record che supera il precedente massimo di 500 miliardi di dollari del 2021, la quale è stata raggiunta poiché gli investitori hanno intuito che il rallentamento dell'inflazione avrebbe rappresentato un punto di svolta per il reddito fisso globale.
Secondo James Athey, gestore di portafogli obbligazionari di Marlborough, anche gli investitori avversi al rischio sono stati attratti dai prodotti a reddito fisso, poiche' i titoli azionari, specie negli Usa, sono diventati sempre più costosi. "Le azioni statunitensi hanno assorbito flussi come se non ci fosse un domani, ma con la normalizzazione dei tassi di interesse gli investitori hanno iniziato a tornare a investire in investimenti tradizionalmente più sicuri", ha affermato Athey di Marlborough. "L'inflazione è diminuita praticamente ovunque, la crescita si è attenuata praticamente ovunque... e questo è un ambiente molto più favorevole per un investitore obbligazionario", ha aggiunto Athey. Tuttavia questi flussi record verso i titoli di Stato sono affluiti durante un anno discontinuo per le obbligazioni, che hanno registrato un rialzo durante l'estate prima di cedere i guadagni entro la fine dell'anno a causa delle crescenti preoccupazioni che il fatto che il ritmo dei tagli dei tassi globali sarà più lento del previsto.
La Fed questa settimana ha abbassato i tassi di un quarto di punto percentuale, il terzo taglio consecutivo. Ma i segnali che l'inflazione si sta dimostrando piu' ostinata del previsto hanno fatto si' che la banca centrale segnalasse un ritmo piu' lento di allentamento l'anno prossimo, facendo scendere i prezzi dei titoli di Stato statunitensi e impennare il dollaro al top da 2 anni. Nella settimana conclusasi il 18 dicembre gli investitori hanno ritirato 6 miliardi di dollari, il più grande deflusso settimanale in quasi due anni. Il rendimento del decennale a 10 anni Usa è risalito al 4,5%, dopo aver iniziato l'anno al 4%. "Sebbene si sia verificata una disinflazione, la recessione non si e' verificata", ha affermato Shaniel Ramjee, co-responsabile multi-asset di Pictet Asset Management, aggiungendo che per molti investitori gli elevati rendimenti iniziali dei titoli di Stato potrebbero non essere stati sufficienti a compensare le perdite di prezzo subite durante l'anno.
Uno sguardo al Giappone
In Giappone il futuro dei tassi resta ancora incerto. La BoJ ancora non ha deciso se alzerà o meno il costo del denaro nella riunione di gennaio. Per valutarlo meglio potrà contare sui dati di venerdì dell'inflazione dell'area metropolitana di Tokio e sulle minute dell'ultima riunione della banca centrale. I prezzi al consumo a Tokyo dovrebbero salire dal 2,5% al 2,9% annuale a dicembre. Se cosi' fosse il dato aiuterebbe i banchieri nipponici a propendere per un rialzo dei tassi.
News Corp vende Foxtel a Dazn
News Corp ha accettato di vendere la sua divisione televisiva via cavo australiana Foxtel alla rete sportiva britannica Dazn per 3,4 miliardi di dollari australiani (2 miliardi di dollari), debiti inclusi. News Corp riduce cosi' la sua esposizione nello streaming, liberandosi di una società lanciata nel 1995, che ha pesato per anni sui profitti del colosso dei media, poiché il numero di persone che pagavano abbonamenti mensili per i suoi contenuti trasmessi è passato a opzioni di streaming più economiche come Netflix. Inoltre il colosso dei Murdoch otterrà un posto nel consiglio di amministrazione e deterrà una quota del 6% in Dazn, una piattaforma di streaming globale con sede a Londra disponibile in Nord America, Europa e Asia e sostenuta dal miliardario di origine ucraino Len Blavatnik.
A Dazn, che già controlla i diritti di trasmissione per la Serie A italiana, LaLiga spagnola, la Bundesliga tedesca e la Ligue 1 francese e compete con i canali tv e satellitari tradizionali a cui fornisce accesso a una gamma di contenuti sportivi, tra cui il football americano, la boxe e il baseball sulla sua piattaforma di streaming, si apre cosi' la strada del ricco mercato australiano, tra cui il cricket e il football australiano. "Gli australiani - come spiega il co-fondatore e ceo di Dazn Shay Segev - guardano più sport di qualsiasi altro Paese al mondo, il che rende questo accordo un'opportunità incredibilmente entusiasmante per noi di entrare in un mercato chiave, segnando un altro passo nella nostra strategia a lungo termine per diventare la patria globale dello sport". Insomma, Leonis Blavatnik, il "Signor Dazn", nato nell'ex Urss, diventato in pochi anni il padrone del 'calcio' in Europa, nonché l'uomo più ricco del Regno Unito, nonché il 45esimo Peperone al mondo, ha messo a segno un altro colpo.
L'ingresso di Dazn nel mercato australiano, offrendo potenzialmente tariffe competitive o piu' basse, potrebbe modificare radicalmente le aspettative dei consumatori e rimodellare il panorama dei prezzi" spiega Paul Budde, analista indipendente del settore delle telecomunicazioni. Il direttore generale globale di News Corp Robert Thomson spiega che la valutazione di Foxtel rappresenta sette volte i suoi utili del 2024 prima di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento (EBITDA). Thomson poi aggiunge che l'accordo consentirà a News Corp di concentrarsi su "segmenti di crescita chiave", tra cui l'editoria libraria, Dow Jones e servizi immobiliari digitali. Non si prevede che l'accordo venga finalizzato prima del 2025 ed e' soggetto all'approvazione normativa. Tuttavia l'intesa segna un arretramento di News Corp dallo streaming, dopo quello dai diritti di trasmissione nello sport, e una concentrazione nell'editoria e nelle vendite immobiliari. News infatti possiede il 61,4% della piattaforma immobiliare online REA Group ed è la società madre della casa editrice HarperCollins.
0 Commenti