AGI - Convertire l'energia elettrica prodotta da un campo fotovoltaico, composto da 1.746 pannelli dalla potenza di 1 MW di picco in idrogeno attraverso un processo di elettrolisi dell'acqua. Questo il progetto pilota di Italgas basato sulla tecnologia Power to Gas.L'idrogeno prodotto da Hyround - questo il nome dell'impianto primo in Italia - è destinato a molteplici usi sia in forma pura, per alimentare una flotta di autobus per il trasporto pubblico locale, sia miscelato con il gas naturale per la sua successiva distribuzione in rete ai clienti di Sestu, sia per approvvigionare il processo produttivo di una industria casearia del comprensorio. L'energia elettrica che rifornisce un elettrolizzatore da 0,5 MW è prodotta dal campo fotovoltaico realizzato in un'area adiacente all'impianto. Le modalità di impiego dell'idrogeno sono disciplinate da un Protocollo Operativo sottoscritto da Italgas, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e Comitato Italiano Gas (Cig)."Questo è un impianto del futuro. Credo che l'idrogeno, che è l'elemento più diffuso al mondo, possa davvero significare molto nel trasporto, nelle produzioni, ma anche nella trasformazione del nostro sistema industriale nel prossimo futuro", ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin durante la visita dell'impianto. "Per il futuro non abbiamo tante scelte. Raddoppierà la domanda di energia rispetto a quella che abbiamo oggi nei prossimi 15-20 anni. E per soddisfarla bisogna avere un mix di tante energie, tante produzioni che vanno ad aggiungersi naturalmente a quelle che abbiamo. Dall'altra parte bisognerà abbandonare quelle più inquinanti, come il carbone", ha aggiunto il ministro."Investendo nella realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno verde - ha commentato l'ad Italgas, Paolo Gallo - abbiamo scelto il futuro. Non si tratta solo di produrre idrogeno, ma di dimostrare che ricerca e sviluppo sono le leve principali per accelerare il processo di decarbonizzazione dei consumi. La neutralità tecnologica e l'integrazione di nuove fonti energetiche ci permettono di risolvere il trilemma: sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività dei costi.