AGI - Il rinnovo 2025 del Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico rappresenta una tappa significativa perché arriva in un momento di forte dibattito pubblico sul tema del salario minimo e riafferma il valore della contrattazione collettiva come strumento per garantire retribuzioni eque e sostenibili.L’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto firmata ieri, prevede un aumento medio mensile di 100 euro parametrato sul livello BS*, con rimodulazioni proporzionali sugli altri livelli e sulle retribuzioni orarie. L’importo sarà distribuito nel triennio 2026-2028: 40 euro da gennaio 2026, 30 euro da gennaio 2027, 15 euro da gennaio 2028 e 15 euro da settembre 2028. Si tratta del primo vero aumento strutturale dal 2013, dopo anni di semplici adeguamenti ISTAT. Il nuovo contratto mantiene e rafforza il sistema di rivalutazione automatica delle retribuzioni collegato all’indice ISTAT, portando il coefficiente dal precedente 80% al 90% del costo della vita per le famiglie italiane (art. 38). Questo meccanismo garantisce la tutela del potere d’acquisto anche nei periodi di ultra vigenza contrattuale e si allinea al principio su cui si basa la Legge 26 settembre 2025, n. 144 sul salario minimo, che affida alla contrattazione collettiva il compito di adeguare i salari al costo della vita. La decisione di rafforzare questo meccanismo dimostra coerenza e responsabilità sociale delle parti firmatarie.

Contrattazione e salario minimo: il modello del settore domestico