AGI - Il bambù può rappresentare un'alternativa efficiente ed ecosostenibile alla plastica, permettendo di contenerne l'inquinamento a livello globale. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su New Contaminants e condotto dalla Shenyang Agricultural University, Cina. I rifiuti di plastica, comprese le microplastiche e i contaminanti chimici associati, sono emersi come una grave minaccia sia per gli ecosistemi che per la salute pubblica in tutto il mondo. Con oltre 175 Paesi che hanno sottoscritto accordi internazionali per ridurre l'inquinamento da plastica, la ricerca di sostituti naturali e sostenibili è in cima all'agenda globale. Il recente lancio dell'iniziativa "Bamboo as a Substitute for Plastic" (BASP) da parte del governo cinese e dell'International Network for Bamboo and Rattan rappresenta un significativo passo avanti, secondo gli autori della ricerca.A differenza delle plastiche di origine fossile, il bambù è una risorsa rinnovabile e in rapida crescita, con un'ampia distribuzione e diversità di specie in Asia, Africa e Americhe. La ricerca dimostra che la coltivazione del bambù può aumentare il sequestro del carbonio, ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità ambientale. Ad esempio, il bambù moso può sequestrare circa 5,09 tonnellate di carbonio atmosferico per ettaro all'anno, superando altri tipi di foresta comuni. Oltre alle sue credenziali ecologiche, le piantagioni di bambù contribuiscono anche al ripristino dei terreni degradati, al miglioramento della struttura del suolo e al sostegno di diversi habitat per la fauna selvatica.

Innovazioni tecnologiche e applicazioni

Accettazione culturale e impatto socio-economico

Sfide e limiti per la sostituzione della plastica